Collaboratori Familiari del Clero: quali segni di speranza in questo tempo?


Sollecitati dal tema scelto da papa Francesco per l’anno giubilare, dedicheremo gli articoli di questa rubrica al tema della speranza. Sarà motivo di riflessione personale, di confronto e dialogo per le occasioni di incontro comunitario nei gruppi diocesani e con le persone a noi più vicine.

Ciò che vorremmo approfondire è il legame con la realtà nella quale viviamo, la società e la Chiesa del nostro tempo. Pur partendo da situazioni problematiche, come l’età anziana, la povertà, la sofferenza, evidenzieremo i segni di speranza presenti e, a volte, nascosti nell’esperienza quotidiana delle persone.

Nella bolla di indizione del Giubileo, papa Francesco cita più volte l’apostolo Paolo: “La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino (cf. Rm 8, 35-39). Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita.

San Paolo è molto realista. Sa che la vita è fatta di gioie e di dolori, che l’amore viene messo alla prova quando aumentano le difficoltà e la speranza sembra crollare davanti alla sofferenza. Eppure, scrive: «Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza» (Rm 5,3-4).

Don Pier Giulio Diaco

Assistente nazionale dell’Associazione Nazionale “Collaboratori Familiari del Clero”