Quale speranza nel disagio giovanile?


Don Gennaro GIORDANO: Assistente regionale per l’Associazione della Campania, Parroco presso B.V.M. di Lourdes e S. Agostino a Pimonte


1. La speranza cristiana come faro nel disagio giovanile

La società odierna presenta un quadro complesso, in cui il disagio giovanile emerge come un’ombra diffusa, silenziosa ma profondamente radicata. I giovani di oggi affrontano sfide inedite: dalla pressione sociale e digitale a un futuro incerto, percepito spesso come un orizzonte di precarietà e competizione sfrenata. In questo contesto, domande sul senso della vita, sull’identità e sul proprio posto nel mondo si fanno più urgenti, e la risposta secolare non sempre riesce a colmare il vuoto esistenziale che ne deriva. È in questo scenario che la speranza cristiana si propone non come una facile consolazione, ma come un autentico ancoraggio e un faro luminoso.

2. Le radici del disagio: tra disconnessione e insicurezza

Il disagio giovanile si manifesta in molteplici forme: ansia, depressione, senso di solitudine e isolamento, nonostante la iper-connessione digitale. Le cause sono complesse e intrecciate. La frammentazione delle relazioni e la perdita di punti di riferimento solidi, come la famiglia tradizionale o la comunità di appartenenza, contribuiscono a un senso di disorientamento. Il mondo virtuale, se da un lato offre possibilità di connessione, dall’altro crea un terreno fertile per il confronto incessante, il giudizio e la costruzione di identità fittizie, generando un senso di inadeguatezza e di non appartenenza.

Inoltre, il bombardamento di stimoli e la cultura dell’immediatezza e della performance portano i giovani a vivere in uno stato di costante stress e a temere il fallimento. Il futuro appare come una terra incognita, e la mancanza di una visione a lungo termine e di un progetto di vita solido può generare un profondo senso di impotenza. In questo panorama, la ricerca di un significato che vada oltre il successo materiale o la visibilità sui social media diventa cruciale. 

3. La risposta della speranza cristiana: un orizzonte di senso

La speranza cristiana non si basa su un ottimismo ingenuo, ma su una profonda fiducia nella promessa di Dio. A differenza di altre forme di speranza che possono essere deluse, quella cristiana è radicata nella fede in Gesù Cristo. Egli non promette una vita priva di difficoltà, ma assicura la sua presenza costante e un senso di scopo che trascende le circostanze terrene. Questa speranza offre ai giovani un’alternativa radicale alla logica del mondo, che spesso li spinge alla competizione e all’individualismo.

4. Un’identità fondata nell’amore

La prima e più grande risposta della fede cristiana al disagio giovanile è l’affermazione del valore intrinseco di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio. Ai giovani che si sentono inadeguati o invisibili, la fede ricorda che non sono definiti dai loro successi, fallimenti o dal numero di “like” che ricevono, ma dall’amore incondizionato di Dio. Questa consapevolezza può essere un potente antidoto al senso di vuoto e di indegnità.

5. Una comunità accogliente

La Chiesa, intesa non come un’istituzione rigida, ma come una comunità di credenti, può diventare un luogo di accoglienza e appartenenza. In essa, i giovani possono trovare relazioni autentiche, basate sul sostegno reciproco e sulla condivisione di valori. Questo ambiente comunitario, che accetta le fragilità e le imperfezioni, contrasta l’isolamento e la solitudine, offrendo un’alternativa alla fluidità delle amicizie virtuali.

6. Un futuro che non fa paura

La speranza cristiana apre a una prospettiva che va oltre l’orizzonte terreno. La promessa della vita eterna e la fiducia nella provvidenza divina alleviano l’ansia per il futuro e la paura del fallimento. I giovani sono invitati a vivere il presente con coraggio, sapendo che la loro vita ha un valore e un significato che non si esaurisce in questa esistenza. Questo non significa passività, ma l’impegno a costruire un mondo migliore, guidati dalla fiducia che ogni sforzo ha un senso e contribuisce a un progetto più grande, quello del Regno di Dio.

7. La Chiesa come alleata dei giovani

Per essere un autentico faro di speranza, la Chiesa è chiamata a un dialogo profondo con il mondo giovanile, superando le rigidità e i linguaggi obsoleti. Ciò significa non solo offrire spazi di preghiera e catechesi, ma anche ascoltare le loro domande, accogliere le loro incertezze e proporre percorsi di fede che siano in linea con le loro esperienze di vita. 

La pastorale giovanile non può limitarsi a eventi sporadici, ma deve costruire relazioni significative, accompagnando i giovani nel loro cammino di crescita umana e spirituale. La testimonianza di adulti credenti che vivono la loro fede con gioia e autenticità è fondamentale. Non servono risposte pronte, ma la disponibilità a camminare insieme, a condividere le fragilità e a mostrare come la fede possa illuminare anche i momenti più bui.

In un’epoca di incertezza e disorientamento, la speranza cristiana non è una fuga dalla realtà, ma un invito a viverla con coraggio e fiducia. È la certezza che, anche nelle tempeste più violente, c’è un porto sicuro, un punto di riferimento che non crolla: l’amore di Dio, capace di trasformare il disagio in un’opportunità di crescita e di rinascita spirituale.