CUORE “NUOVO” PER I FAMILIARI

Questa secondo me la sintesi del convegno di Torino 2014 e la sfida a credere che insieme e tutti impegnati si può dare un volto nuovo alla Chiesa e all’Associazione. Vuole essere anche un auspicio per i partecipanti ed anche per gli assenti che ci sono stati vicini nel ricordo e nel desiderio concreto di voler percorrere un cammino nuovo all’insegna della fraternità e della fiducia reciproca.

Abbiamo vissuto alcuni giorni nella terra di santi, apprezzando il loro fedele impegno di aver creduto nella Parola e ricominciato, ogni giorno con tenacia e speranza, credendo fermamente che tutti siamo chiamati alla santità, anche se su percorsi diversi.

Mi ha attratto la proposta del Convegno a Torino per la scelta di un luogo a me caro come devota a San Giovanni Bosco e per gli argomenti. Ho cercato di vivere i vari momenti con apertura di cuore perché credo nell’utilità ed importanza di ritrovarsi insieme come Familiari provenienti da tante realtà italiane. E’ molto significativo e costruttivo scambiarsi esperienze vitali e testimoniare una volontà precisa di continuare ad “ESSERCI” nella nostra missione con la forza creatrice dello Spirito. Da Lui in fatti abbiamo ricevuto l’invito ad essere nella Chiesa coloro che servono Cristo Sacerdote nei suoi ministri.

Foto di gruppo a Colle Don Bosco
Foto di gruppo a Colle Don Bosco

Dai relatori, ben preparati, abbiamo avuto tanti stimoli per una verifica personale e di gruppo e comprendere quindi se davvero manifestiamo un volto nuovo di Chiesa e quali le caratteristiche richieste per dimostrarlo. Forse occorre ripartire dagli inizi e chiedere a Dio un cuore nuovo, capace di essere rinnovato ogni giorno. Nella società odierna, così problematica e senza speranze, è molto importante esprimere con la vita la bellezza e la novità evangelica attraverso comportamenti, gesti veri e concreti.

Tante sono state le opportunità offerte al Convegno e ne ringrazio Dio, i relatori e gli organizzatori; è stato un Convegno itinerante e molto apprezzato. Ci siamo confrontati nella preghiera e nel dialogo; abbiamo constatato che la santità di vita in San Giovanni Bosco, nei suoi seguaci, in Mamma Margherita ha coinvolto altre persone nel tempo e nella storia.

Mons. Giuseppe Verucchi, arcivescovo emerito di Ravenna, ci ha tracciato con sapiente convinzione e alcuni flash le linee fondanti per essere nella Chiesa e nel nostro servizio ministeriale gli operai autentici, quelli voluti da Gesù. “Bisogna ritornare alle origini, alle acque pure delle sorgenti, più vicini al progetto originale che Cristo Parola e vita ci ha lasciato in dono. Più ci avviciniamo e ci rivestiamo di Lui più siamo nuovi”.

Sono state chiare e precise le sollecitazioni:

  • Novità di vita, slogan impegnativo perché è incarnazione del Suo comando di amore “Amatevi come io ho amato voi”.
  • Cuore e volto nuovo che assomigli a quello di Maria di Nazareth, icona dell’ascolto contemplativo e del servizio che in fretta rivolge a chi è nel bisogno, con umiltà, fedeltà, silenzio, operosità.
  • Disponibilità al dono di sé, chiamati e inviati per tutta la gente, per aiutarla a scoprire i dono di cui ognuno è portatore.
  • Missionarietà e collaborazione ad esempio della prima comunità apostolica…

“E’ grande la nostra missione” ci ha ricordato don Irvano nella sua testimonianza serena e convinta. Il mondo ha bisogno di esempi concreti, di una santità declinata nell’oggi, di presenze gioiose, incarnate in una Chiesa tutta ministeriale, persone in relazione con tutti coloro che sperimentano le periferie, relazioni belle di reciprocità, circolarità e condivisione.

Eliana Marcora, poi, ha dato il tocco finale al nostro essere semplicemente donne esperte di amore, tenerezza, gratuità come quelle che seguivano Gesù, donne capaci di creare famiglia comunque, con occhio e cuore al femminile, che nella semplicità e discrezione sanno creare legami di famiglia, fedeli all’ECCOMI come Maria e sempre pronte al dono di sé con ottimismo.

Che bel programma stimolante, impegnativo, che invita a metterci in discussione e riprendere il cammino giorno dopo giorno senza fermarci e con speranza! Ma – si potrà obiettare – tutto quanto è stato rilevato dalla Presidenza e dai relatori è ben noto e ripetuto più volte in tanti contesti formativi. Dov’è dunque la novità? sta in Cristo, in me, in ciascuno di noi. Ogni giorno ricomincio e mi lascio trasformare dallo Spirito per essere nuovo/a dentro, gioioso/a, contagiante fuori, trasparire dal volto, lieti di appartenere alla Chiesa, all’Associazione come semplici “collaboratori-familiari dal CUORE NUOVO”.

CATERINA