Familiari del Clero: maestri di comunione nella comunità cristiana

Questo titolo mi invita a farmi una domanda: sono io, Maddalena, strumento di comunione nella comunità cristiana in cui il Signore mi ha seminato?

Carissimi amici, l’deale e la missione del famigliare nella comunità è diventare, ogni giorno di più, strumento di comunione.

Dobbiamo affidarci a Gesù che è il nostro vero e grande Maestro, perché da Lui riceviamo il dono di essere parte della grande famiglia che è la Chiesa e la missione di essere Suoi discepoli e testimoni.
Parto dalla mia esperienza: nella mia famiglia di origine ho gustato la bellezza e la forza di avere una famiglia. Far parte di una famiglia con genitori, fratelli, parenti è una cosa molto bella.
In famiglia si cresce, si condividono i momenti belli e meno belli, ci si aiuta, si chiedono consigli…. In una famiglia dove ci si vuole bene ciascuno può dire: non ho paura di nulla, ho la mia famiglia vicino… la mia famiglia c’è…, quindi si affronta il cammino della vita sicuri e sereni.

Questo clima famigliare dobbiamo crearlo e viverlo nella comunità parrocchiale.

Anch’io per grazia di Dio, rispondendo alla Sua chiamata, mi trovo ancora oggi a condividere la vita della comunità parrocchiale, dove vivo buona parte della mia giornata. Camminare insieme, anche se diversi, con l’unico obbiettivo di crescere nell’amore per Dio e per i fratelli, richiede ascolto, dialogo, umiltà.
L’essere ognuno diverso dall’altro per educazione ricevuta e per carattere, comporta un grande impegno di auto controllo e di maturità.

Nella comunità dobbiamo cercare di mettere in pratica le opere di misericordia spirituale, in particolare la sopportazione e la pazienza.
La misericordia è una vera e propria arte del vivere, dobbiamo educarci allo stare insieme, nessuno può vivere in un’isola sua.
Si tratta però anche di saper vivere le relazioni cercando di costruire comunione, incontro e condivisione.

L’umanità è relazione: è una realtà che Gesù esprime attraverso il comandamento che ci ha lasciato, di amare il prossimo come se stessi. Possiamo arrivare a comprenderlo razionalmente, ma molte relazioni che sperimentiamo sono di fatto difficili quindi, nella prospettiva cristiana, dobbiamo impegnarci ogni giorno per migliorarci nel vero amore. 

Se ci vediamo creature umane come tutti gli altri, scopriamo di avere limiti, debolezze e fragilità che incidono fortemente nella vita di ognuno di noi.
Proprio per questi nostri limiti abbiamo bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno di noi e poiché non abbiamo tutti le stesse debolezze, possiamo aiutarci e completarci a vicenda.

 Se nella nostra vita spirituale, facciamo esperienza di uno sguardo che ci precede, si posa su di noi e ci accoglie con le nostre debolezze, anche noi dobbiamo essere “ Misericordiosi come il Padre”, come ci invita a vivere quest’anno della misericordia.

Stare insieme si impara a “vivere con”, che sembra una delle fatiche più grandi nella nostra cultura dove ci si rifugia nel guscio del privato e delle relazioni più strette.
Siamo chiamati a vivere con gli altri e non senza, a includerli nel nostro orizzonte di vita.

Dobbiamo evitare scontri, che difficilmente si rimarginano; dobbiamo confrontarci con gli altri, esprimendo anche la diversa opinione, ma con serenità di animo; non dobbiamo essere “l’amicona” di pochi, escludendo altri: sono questi alcuni elementi da incoraggiare per noi stessi e per gli altri.
Concludendo, penso che se sarò (saremo) capace di vivere personalmente buone relazioni nella comunità sarò anche “maestra” di comunione in essa.

Gli altri ci osservano e ci giudicano, ma anche ci apprezzano se riusciamo a far dire loro “ guardate come si amano …”. E’ il più bello e grande discorso di comunione…

Al centro della nostra vita ci sia Gesù, la forza dello Spirito Santo, l’Amore del Padre, perché solo la Santissima Trinità ci rende Suoi discepoli e testimoni. Maria Santissima interceda per noi.

Maddalena Satta