Tempo di prova, tempo fecondo


I Collaboratori Familiari del Clero, come tutte le persone, vivono giorni carichi di incertezza che racchiude svariati sentimenti e atteggiamenti: disorientamento, timori, fatica a comprendere verso dove camminare, fatica a rimanere saldi nella speranza, tentazione di chiudersi in se stessi, e altro ancora.

Noi, forse più di altri, abituati a ‘fare famiglia’, cioè ad esprimere, a donare il nostro affetto, il nostro cuore, la nostra stima, la nostra collaborazione ai preti ed ai fratelli delle nostre comunità, ci siamo trovati a dover vivere la distanza e per di più col timore sempre più profondo di diventare strumento di diffusione del virus o di riceverlo!  

In questi mesi, ormai un anno, abbiamo visto tutte le fatiche, le preoccupazioni dei nostri preti; li abbiamo visti porsi tanti interrogativi, soffrire per non poter accompagnare tanti anziani chiusi nelle loro case, per la rinuncia di tanti a partecipare alla Santa Messa, ai sacramenti. Abbiamo sofferto con loro per la morte di tanti nostri fratelli e sorelle.

Eppure, in tutto questo ‘scompiglio’ dobbiamo avere il coraggio, che viene solo dalla fede, di chiederci: “Signore che cosa mi stai chiedendo oggi? Attraverso questo camminare nell’incertezza, nel buio, dove vuoi portarmi?” Noi CFC abbiamo in Maria il modello a cui volgere lo sguardo, possiamo non pensare a quanto anche lei ha vissuto l’incertezza, il dubbio, l’attesa di comprendere che cosa le sarebbe successo?! 

Ma il Signore quando sembra lasciarci vagare nel buio, lo fa per costruire ‘cieli nuovi e terra nuova’. Ho pensato spesso in questo tempo al racconto biblico sul personaggio ‘Giobbe’, non andavo in cerca di risposte a dei ‘perché’ ma leggendo quel testo sono stata aiutata ad entrare nella logica del mistero, della fede che è abbandono fiducioso in Lui. E come sempre la Parola dona forza, speranza, coraggio.

La pandemia ci ha obbligato a sospendere i nostri consueti incontri: chissà che questo non ci porti a riconoscere ancora di più che ci facevano bene, che erano parte del nostro ‘cibo’ per sostenerci, per incoraggiarci, per sentirci una bella famiglia!

Ma, a sorpresa, qualche settimana fa è giunta a tutti noi CFC della diocesi di Modena-Nonantola un messaggio del nostro Vescovo. 

Scrive: “Carissimi e carissime, in questo momento nuovamente difficile a causa della pandemia, vorrei farvi arrivare la mia riconoscenza e il mio saluto. Ho parlato nei giorni scorsi con il vostro nuovo assistente, don Marco Bazzani, che ringrazio per la disponibilità ad assumere questo servizio. Ci siamo insieme confrontati sulle prospettive e sulle possibili iniziative per l’anno pastorale appena avviato. Certo, siamo tutti condizionati dal covid-19 e non sappiamo bene quali sviluppi potranno avere le idee che abbiamo messo in cantiere. Ma la difficoltà o l’impossibilità dell’incontro personale e diretto non possono fermare gli affetti, la preghiera e la comunicazione.

Che voi abitiate insieme ai presbiteri con cui collaborate, o che abitiate in un’altra casa, so che siete a loro molto vicini. Durante la cosiddetta “prima ondata”, nella primavera scorsa, oltre a condividere con i loro fedeli le sofferenze per le malattie, i lutti e le paure, i sacerdoti hanno anche avvertito un particolare dolore per l’impossibilità di svolgere il ministero a diretto contatto con la gente; l’apice di questa sofferenza è stata la preclusione dei riti del commiato, che costituiscono per i parroci e i cappellani un momento di particolare prossimità con i fedeli.

Vi chiedo di continuare ad essere vicino ai vostri presbiteri, sostenendoli anche in questa “seconda ondata”, perché avvertano la vostra familiarità. E ancora vi ringrazio per tutto quello che siete e che potete proseguire ad essere nella nostra Chiesa locale di Modena-Nonantola.

Un abbraccio… virtuale.  don Erio”

Anna Cavazzuti