L’attrazione universale

 

 

  1. Il rimprovero

La Via Crucis è un rimprovero per voi, per noi, discepoli timidi, che non osiamo dire a tutti che Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza (At 4,12) se non in lui: chiamate rispetto della coscienza altrui la timidezza che vi impedisce di obbedire a colui che vi ha mandato per dire che tutti sono amati, tutti attratti a colui che per tutti è stato innalzato.

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli timidi, che non osate dire a tutti che Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza (At 4,12) se non in lui: chiamate rispetto della coscienza altrui la timidezza che vi impedisce di obbedire a colui che vi ha mandato per dire che tutti sono amati, tutti attratti a colui che per tutti è stato innalzato

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli confusi, smarriti nelle complicazioni, affaticati dal dover difendere troppe cose, che avete troppe cose da dire e non trovate la semplicità di chi “non sa nient’altro che Cristo e Cristo crocifisso” (cfr 1Cor 2,2) che è morto per tutti, e attrae tutti a sé e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli indaffarati in molte cose, preoccupati di giustificare la sopravvivenza del cristianesimo per la sua utilità sociale, frenetici di buone iniziative, per soddisfare molti bisogni eccetto il bisogno più universale e decisivo, più inquietante e represso, la speranza di vita eterna, così che le vostre opere restano mute e la vostra carità reticente, perché rinuncia a dire la sua origine e il suo senso, cioè il fatto che Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli complessati che avendo ricevuto la luce, la nascondete sotto il moggio e lasciate il mondo al buio, lasciate che il mondo sia disperato,  rifiutandovi di dire a tutti della luce di Pasqua che vi ha illuminati, della gloria del risorto che vi ha salvati, perché Gesù è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli aggressivi e presuntuosi che proponete la parola buona del Vangelo con l’irruenza sgarbata e l’arroganza indisponente che la fa sembrare cattiva e brandite il segno della mitezza che perdona come fosse un’arma farsi giustizia: e smentite con il vostro modo di fare la verità che proclamate, perché Gesù per salvare ha offerto se stesso come vittima ed è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.

Questa celebrazione è un rimprovero per voi, per noi, discepoli esibizionisti che amate raccontare di voi e attirate l’attenzione su voi stessi e fare della vostra esperienza un criterio di giudizio, distogliendo lo sguardo da colui che innalzato da terra attira tutti a sé. A lui solo appartiene il giudizio, perché lui solo è morto per tutti e in nessun altro c’è salvezza se non in lui.

       2. L’attrattiva universale

La promessa di salvezza che alimenta la speranza di tutti coloro che non si rassegnano alla morte si compie in questa morte, si compie per tutti: perciò innalzato da terra attira tutti a sé e si compie la scrittura che dice: “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”(Gv 19,37).

Il segno della croce è stato innalzato perché tutti possano volgere lo sguardo e riconoscere di essere stati amati fino al compimento, di un amore che salva perché dà la vita, la vita eterna, il sangue e l’acqua, la vita di Dio, lo Spirito Santo

E il segno della Chiesa è stato posto nel mondo per dire a tutti che non c’è altra via verso la vita se non questa morte: l’annuncio cristiano è per seminare speranza di vita eterna e guai a me se non annuncio il vangelo!(1Cor 9,16). Non è il proselitismo che vuole incrementare il numero, non è l’ambizione che vuole estendere un dominio, non è la pretesa di costruire una città terrena che impone l’uniformità delle culture, l’omologazione delle religioni. È invece l’urgenza imposta dall’amore che si mette a servizio dell’attrattiva universale dell’amore crocifisso. Gesù è morto per tutti. Tutti: i credenti e i non credenti, i buoni e i cattivi, quelli che lo onorano e quelli che lo bestemmiano, quelli che costruisco chiese e quelli che le distruggono,  i cristiani e i fedeli delle religioni antiche e moderne, tutti! Perché questa è la volontà del Padre il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità(1Tm 2,4) e Gesù ha compiuto la volontà del Padre.

        3. Là dove tutti passano

Ciò che Dio vuole, a quanto pare, è però smentito dalla storia: tutti sono amati, Gesù è morto per tutti, tutti sono attratti da colui che è stato innalzato. Eppure l’immagine della vicenda umana che noi riceviamo dalla cronaca è quella di una dispersione scoraggiante, di uno smarrimento generalizzato e persino di una insofferenza: molti non sanno di Gesù e del suo desiderio che anch’essi siano salvati, sembra che molti non sopportino di essere amati, molti non vogliono essere salvati. Sembra che preferiscano morire disperati piuttosto che credere a una promessa che suscita speranza, sembrano trovare più interessante andare altrove, piuttosto che volgere lo sguardo a colui che è stato trafitto, molti apertamente fanno guerra e insultano e gridano che sia messo a morte colui che il Padre ha mandato e, insieme con lui, anche coloro che si associano alla sua missione.

Del resto la missione di Gesù, a quanto pare, si rivela fallimentare: ha cercato di entrare nella vita di coloro ai quali il Padre lo ha mandato attraverso la via del bisogno, ma il pane offerto è servito più all’avidità che alla fede, ha cercato di entrare nella vita dei fratelli amati per la via della persuasione e della rivelazione, ma le sue parole hanno suscitato discussioni e scandalo più che fiduciosa adesione.

Come potrà compiersi, dunque, la volontà di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità? Per questo il Salvatore di tutti si è consegnato per essere collocato là dove tutti passano, si è consegnato alla morte, è disceso agli inferi, è stato deposto in un sepolcro.

L’ottusità umana pensa che si possa mettere una pietra sopra la volontà di Dio.

Lo sguardo credente vede nella deposizione nel sepolcro il compimento della promessa di Gesù: è stato messo un seme nella terra, il più piccolo di tutti i semi, ma ne verrà un germoglio e una ospitalità per tutti i figli amati da Dio.

Nessuno sfugge alla morte, ma da allora è stato posto proprio nella morte, negli inferi, la rivelazione che lì c’è un ingresso alla vita. Proprio di lì dobbiamo passare tutti, ma in quel passaggio spaventoso risuonerà per tutti una parola: oggi, con me, in paradiso!

 

Mons. Mario Delpini